Pubblicato nel 1920 e ambientato a New York, "Primo maggio" riassume le contraddizioni incarnate dalla metropoli statunitense del primo dopoguerra. In una spirale di incontri e situazioni, le vite di un gruppo di «belli e dannati» e l'ambiente scintillante della cosiddetta «età del jazz» si stagliano per contrasto sullo sfondo delle tensioni politiche e sociali che caratterizzarono quegli anni, quando la città - proprio mentre riaccoglieva i suoi reduci - fu sconvolta da scioperi operai, ribellioni sindacali e assalti alle redazioni dei giornali. Al tempo stesso seducente e amaro, questo piccolo capolavoro esprime tutto il talento di Francis Scott Fitzgerald per il racconto.