Nella Roma degli anni Venti del Novecento, Barbara è una ragazza di quindici anni, fiera, ombrosa e dall'accesa fantasia, proveniente da una famiglia modesta; sua amica è Vittoria, sedicenne selvaggia ed entusiasta, figlia di un noto chirurgo ligure e nuovo arrivo nella scuola femminile dove Barbara studia per diventare maestra e dove Vittoria è stata inviata per limitare i danni di una vita di ozio e lusso. Tra le due protagoniste nasce un intenso legame rafforzato dalle estati ad Alassio, in Liguria, trascorse nella villa della famiglia di Vittoria. Tra vicende alterne - compresa una parentesi in Argentina di Vittoria - il legame tra le due ragazze cresce e si trasforma, condizionato dalle differenze dei loro temperamenti non meno che dagli imperativi che, silenziosamente, si impongono nella vita delle due giovani donne. Imperativi che Barbara e Vittoria confondono, per inconsapevolezza e innocenza, con istinti insopprimibili e con un destino a cui è vano opporsi. Primo tra tutti gli imperativi, l'amore fatale.