Il grido «Viva San Placido!» è la simploche di questa novella di Federico De Roberto. Una trama dinamica e corale, un groviglio di tipi e situazioni che esplodono nella festa di inizio ottobre dedicata al patrono. Prevaricazioni e tradimenti si intrecciano a devozione popolare e missione sociale, in una giostra di caratteri venata di ironia. "San Placido". Ecco riproposto uno dei "capitoli" che compongono la raccolta "La sorte", pubblicata nel 1887. L'autore aveva 26 anni. Ma - come sottolinea Antonio Di Grado - è «possibile cogliere l'irrequietezza con cui l'esordiente si è aggiogato al carro degli amici e conterranei veristi». Una novella che, sotto una nuova luce, con il contributo di Placido A. Sangiorgio e un saggio critico di Rosaria Sardo sulle varianti che non compaiono nell'edizione a stampa, trova qui la sua contestualizzazione storica, sociale e politica nella Biancavilla di fine '800. Benché De Roberto non faccia espliciti riferimenti, gli elementi di vita paesana presenti nello scritto portano al centro etneo, dove la festa in onore del martire benedettino è, ieri come oggi, identitaria manifestazione del carattere civile.