Dopo "I tre moschettieri" e "Vent'anni dopo", Dumas pubblica a puntate su un quotidiano - come d'abitudine del "padre del feuilleton" -, l'ultimo capitolo della sua saga più famosa: il risultato è un appassionante romanzo che ha al centro il crepuscolo degli eroi di un tempo. Nella Francia del giovane Re Sole attraversata da trame di potere, denaro e amore, ritroviamo Athos, Porthos, Aramis e d'Artagnan e il misterioso uomo con la maschera di ferro - ispirazione per indimenticabili film e musical - e assistiamo alla restaurazione di Carlo II sul trono d'Inghilterra. Incontriamo anche Raul de Bragelonne, figlio di Athos ma erede dello spirito cavalleresco di tutti loro, appassionato protagonista di una tormentata storia d'amore. Restituito ai lettori in una nuova e autorevole traduzione di Guido Paduano, lo spirito degli eroi di Dumas, vecchi e incanutiti ma mai domi, parla ancora ai nostri giorni. Perché, come disse di lui George Sand, "Dumas era il genio della vita. Non ha sentito la morte".