L'esaltazione del libero arbitrio, dell'irrazionale contrapposto alla ragionevolezza progressista, il sofferto compiacimento del proprio degrado morale, l'odio e al tempo stesso il disperato bisogno dell' "altro" sono i temi che hanno reso le "Memorie dal sottosuolo" una delle opere più note e lette di Dostoevskij. In un monologo che chiama in causa senza sosta un ipotetico pubblico, "l'uomo del sottosuolo" mette a nudo il proprio io profondo, riconoscendo che "l'eccesso di coscienza è una malattia una vera e propria malattia". Solo la giovane prostituta Liza, l'unico personaggio del racconto capace di amare, comprende il dolore del protagonista, che per questo la detesta. Detestando anche il lettore, testimone della sua feroce confessione.