Tra il 1850 e il 1854 Dostoevskij, rinchiuso nella fortezza di Omsk, in Siberia, scontò una condanna per motivi politici. Da quell'esperienza nacque questo testo, dal forte sapore autobiografico, pubblicato tra il 1860 e il 1862. Alter ego dello scrittore, il personaggio narrante è un ex forzato uxoricida che, dopo la liberazione dalla prigione, è assillato dai ricordi e dalla necessità di testimoniare. Il suo memoriale acquisisce così l'urgenza di un reportage in presa diretta: una narrazione di formidabile forza espressiva costruita sul susseguirsi di quadri icastici dell'abisso carcerario. "Memorie da una casa di morti" è un'opera nodale nella produzione di Dostoevskij, che già si rivela maestro insuperabile nell'indagare il fondo oscuro dell'anima umana.