La bottega dell'antiquario è il quarto romanzo di Charles Dickens, uscito a puntate tra il 1840 e il 1841, e poi pubblicato in volume. Un'opera che nasconde sorprese, sottotrame, e colpi di scena, con una narrazione cinematografica che richiede al lettore di rimanere sempre all'erta. In un romanzo ricco di pathos, in cui non mancano momenti di commovente tenerezza, Dickens traccia pennellate luminose di una comicità e di un'ironia grottesca senza eguali. La Piccola Nell vive con il nonno materno (di cui non viene mai rivelato il nome), al quale la bambina si dedica con devozione, in una cupa bottega d'anticaglie polverose. Il nonno, ridotto in miseria dalle traversie della vita, si fa prestare del denaro da Daniel Quilp, nano mostruoso e perverso, e lo impiega di nascosto nel gioco, nella vana speranza di rifarsi un patrimonio. Quilp, scoperto il segreto, fa mettere la bottega sotto sequestro. A quel punto, a nonno e nipote non resta che fuggire e prendere a vagabondare per l'Inghilterra, ossessionati dal timore di venire scoperti e d'essere separati. Accanto al lettore, che segue i molteplici fili delle vicende che coinvolgono i vari personaggi e li legano tra loro, scorrono le strade maestre della campagna inglese, i grappoli di povere ma dignitose casupole di periferia, i grigi sobborghi industriali. Il pellegrinaggio dei due protagonisti si interrompe solo quando troveranno asilo in una casetta accanto a un'antica chiesa di campagna. Ma la salute del vecchio e di Nell è stata messa a dura prova dai loro vagabondaggi, dalla preoccupazione e dalla paura. L'idillio bucolico che avevano sempre sognato nasconde altre ombre tra le tombe del cimitero a due passi dalla loro dimora.