Ambientato in un'atmosfera onirica, a metà fra gli scritti di Robert L. Stevenson (di cui D'Arzo era un grande appassionato) e i capricci goldoniani nel Veneto di fine Settecento, All'insegna del Buon Corsiero si stacca da buona parte della produzione letteraria dell'autore reggiano. La storia prende il via alla locanda "Al Buon Corsiero", dove si respira un'aria di festa per le prossime nozze della figlia dell'oste. L'improvviso arrivo di una giovane marchesa e di un misterioso funambolo stravolgono ogni cosa. Improvvisamente nel locale cala il silenzio, il tempo sembra fermarsi, tutto appare diverso e stupefacente.