"I sacrifici" raccoglie due racconti del primo Gabriele d'Annunzio in cui lo scrittore si confronta con la sua terra natia, l'Abruzzo, cogliendo la più profonda e feroce antropologia del suo popolo. In "La morte del duca di Ofena" (1888) e "Il cerusico di mare" (1902), la critica ha messo in evidenza la vicinanza del poeta con il lavoro di Maupassant e soprattutto con il Verismo di Giovanni Verga. Ma nonostante il "debito" verso quei due padri della narrativa europea, lo sguardo di d'Annunzio era già dentro la modernità, e sembra che precorra addirittura Bataille per l'analisi dell'atto sacrificale, e gli studi sul folclore e sul magico del più grande antropologo italiano, Ernesto De Martino. I due racconti sono analizzati in maniera approfondita dal saggista Alessandro Gnocchi, che ne illumina, con il suo testo a corredo, la forza espressiva e dirompente. Con un testo di Alessandro Gnocchi.