Nell'estate del 1922, a bordo di un veliero chioggiotto, Giovanni Comisso naviga lungo le coste dell'alto Adriatico, osservando la vita operosa e silente dei pescatori, la danza lenta dei loro ritmi e delle loro abitudini, gli umori e le tristezze, i luoghi di una vita semplice e modesta, le rade, i porti, le osterie: nascono così le storie di "Gente di mare", premio Bagutta nel 1929. Il piacere della libertà e del vagabondare è dominante; si avverte l'ebbrezza di un'esistenza in cui tutte le sensazioni sono così intense che gli uomini e le cose appaiono trasfigurati, avvolti in un'atmosfera incantata. Nella scrittura si combinano l'abbandono estatico alla contemplazione della natura e del mondo paesano delle lagune con i ritratti delle figure umane: pescatori, taglialegna, contadini, commercianti di terra e di mare, finanzieri, padroni di velieri, donne e ragazzi. Uomini e paesaggi raccontano una vicenda perpetua di partenze e di approdi. Dopo "Gioventù che muore", La nave di Teseo continua la ripubblicazione dell'opera di Giovanni Comisso a cura di Paolo Di Paolo.