"Quando il mio vecchio servitore Battista è venuto a picchiare alla porta della mia camera d'albergo di Milano e a dirmi: 'Signore, la bicicletta è pronta', sono saltato dal letto. Povero Battista! Raro esempio di fedeltà, ha voluto seguirmi, anche lui in bicicletta, in questo Giro d'Italia." Ma chi è Battista? Achille Campanile o un suo alter ego? Dobbiamo davvero credere che l'uno, il noto scrittore e drammaturgo, e l'altro, il suo vecchio servitore, abbiano proprio seguito il Giro del 1932? E per di più anche loro in bicicletta? E invece Benigno? Quel signore perbene di mezz'età che cerca di confessare il ritardo di alcune tappe della vita e i suoi desideri più proibiti? È l'autore che assume un tono più grave e per parlarci dei piccoli e universali drammi dell'esistenza ci racconta un pezzo della sua? Raccolti in volume unico, "Benigno e Battista al Giro d'Italia" sono una cartina al tornasole in forma di romanzo che ci permette di decifrare lo spirito versatile e multiforme di Campanile: raffinato umorista e insieme serio ma mai serioso scrittore, in grado di dire col sorriso a fior di labbra quello che gli altri non sanno dire.