Divertente e allo stesso tempo tragico, "La pia Elena" è una satira spietata sulla nascente borghesia tedesca di fine Ottocento. Wilhelm Busch offre un ritratto impietoso e dissacrante dei suoi contemporanei, mettendone in luce la meschinità e il finto perbenismo. I personaggi qui disegnati sono dei campioni di grettezza, tutti dominati dai propri istinti e assolutamente disinteressati al bene del prossimo. L'essere umano è, nella visione pessimistica di Wilhelm Busch, irrimediabilmente cattivo. A farne le spese sono i più deboli, come Elena, la protagonista di questo racconto, che cresce in campagna da zii bigotti e retrogradi che non sanno amarla. Tutte le persone che incontra, compreso il marito, non si curano affatto di lei lasciandola in uno stato di profonda solitudine e abbandono. L'umorismo tagliente di Busch diventa nel finale cupo pessimismo in cui non c'è possibilità di redenzione, nemmeno nell'aldilà dove Elena viene condannata all'inferno.