Quando Jane Eyre uscì nel 1847 sotto lo pseudonimo maschile di Currer Bell, un critico che lo recensì molto favorevolmente non si lasciò ingannare: «A scrivere è chiaramente una donna; e se non prendiamo un abbaglio, una nuova stella della letteratura». In parte autobiografico, questo romanzo ricco di colpi di scena da feuilleton fece scalpore nella società vittoriana per il coraggio e la franchezza della sua protagonista: una giovane donna senza dote né avvenenza, ma intelligente e tenace, forte e generosa, che dopo un'infanzia segnata da solitudine e privazioni trova la via del riscatto nel suo lavoro di istitutrice. Nella casa di Edward RochesterJane scopre anche l'amore, un sentimento che per trionfare dovrà fare i conti con i fantasmi del passato e la volontà di questa antieroina di difendere prima di tutto la propria dignità. A più di sessant'anni dalla pubblicazione, la storia di Jane Eyre conquistò anche una lettrice sofisticata come Virginia Woolf: «L'esaltazione ci sospinge lungo tutto il libro... Alla fine siamo pieni del genio, della veemenza, dell'indignazione di Charlotte Brontë.» Introduzione di Paolo Ruffilli.