In un'anonima cittadina americana, ai primi del Novecento, il fuggiasco Alì Dubh consegna un paio di fiaschette al panificio Geogrande. Una di esse contiene il Grande Elisir: una sostanza straordinaria in grado di infondere forza, saggezza e vita eterna. Uno scambio involontario la fa finire dritta nell'impasto dell'ultima grande creazione di Monsieur Grogrande: un uomo di pan di zenzero a grandezza naturale... che appena cotto si mette a sedere, si arma di bastone (di zucchero) e cilindro e se ne va alla scoperta del mondo. Nel corso delle sue strampalate avventure, John di Zenzero approda sull'isola di Sgorbia, patria di altre creature altrettanto improbabili - in primis l'Angioletto Cip - che lo tireranno fuori da più di un guaio. Perché mangiare John di Zenzero equivarrebbe a vivere per sempre: per questo Alì Dubh è sulle sue tracce. Così, in un viaggio all'insegna del paradosso (linguistico e letterale), tra piccoli re dispotici e inventori di invenzioni inutili, castelli labirintici e isole governate da mostriciattoli rissosi, orsi di gomma, e castori fatati, i nostri due eroi se ne vanno alla ricerca di un angolo di mondo in cui poter vivere al sicuro, fino a raggiungere una meta che sembrava aspettare solo loro. È la conferma di quel messaggio così caro a Baum in ogni sua storia: l'accettazione del diverso è possibile e necessaria, ma l'unicità in sé è ancora più preziosa, e va sempre esaltata e protetta.