« L'Italia possiede nel Cunto de li cunti o Pentamerone del Basile il più antico, il più ricco e il più artistico fra tutti i libri di fiabe popolari; com'è giudizio concorde dei critici stranieri conoscitori di questa materia [...]. Eppure l'Italia è come se non possedesse quel libro, perché, scritto in un antico e non facile dialetto, è noto solo di titolo, e quasi nessuno più lo legge [...]. Basile [...] dié per titolo Lo cunto de lì cuntì overo lo trattenemiento de' peccerille, il che non voleva dire [...] che fosse composto per bambini. Era, per contrario, composto per uomini, e per uomini letterati ed esperti e navigati, che sapevano intendere e gustare le cose complicate e ingegnose. [...] Nel 1892 ne intrapresi una nuova e più genuina edizione, [...] e io mi udii dire [...] che non riuscivano a intendere o a leggere quel testo con qualche facilità. [...] Ed ecco per quale ragione io [...] ho pensato che convenisse invece ridurlo a forma italiana, come finora non era stato fatto. [...] A me importa che [i lettori] siano d'accordo ora con me nel leggere il libro del Basile semplicemente come opera d'arte ». Benedetto Croce.