A trentadue anni - quando Balzac progetto la Storia dei Tredici e ne scrisse la prefazione - è facile affermare che la società non è ben organizzata; è meno facile suggerire i mezzi per organizzarla meglio. L'autore immagina un'associazione antisociale, o meglio, una società ristretta: la société de Jésus au profit du diable. La virtù non trova nella vita normale un sufficiente capo d'azione: ecco quindi una tenebrosa promessa di simpatia per i reprobi che siano almeno buoni fra loro, per l'anticristo che conceda ai suoi dodici discepoli un terreno meno fallito di quello del Cristo. E nacquero Ferragus e La duchessa di Langeais, primo e secondo episodio de I Tredici, nei quali questa simpatia per i reprobi si manifesta in forma assolutamente più romantica; nel terzo episodio, invece, La fanciulla dagli occhi d'oro, domina una forma più viziosa e sensuale. Negli eroi de I Tredici, la virtù è viziosa, il vizio virtuoso o eroico; i protagonisti vivono intensamente, operano con frenesia, volti completamente al mondo esterno, che devono dominare e possedere.