«Earl Foureyes, detective nato dall'acre e alacre matita di Zattera, appartiene al sottogenere delle contaminazioni: in senso strettissimo e in senso lato. Nel primo caso, c'è il vecchio trucco della radioattività, che rimanda ai fumetti Usa della Silver Age e che si traduce in un bestiario di mutazioni genetiche, con appendici improbabili a caratterizzare facce ancor più improbabili ispirate alla realtà, al cinema o ad altri fumetti. Ma a livello narrativo, lo spirito evoca quello della scena italiana d'inizio anni '80, autentica new wave fumettistica in grado di frullare insieme le suggestioni fantascientifiche di Lee, Kirby, Moebius, Druillet & C., la satira corriva del "Male" e i pilastri del noir (vedi La dalia azzurra di Scozzari)» (A. Voglino).