Quando entriamo in un delfinario e assistiamo allo spettacolo dei delfini raramente ci soffermiamo a pensare alle condizioni in cui vivono, né tantomeno ci chiediamo da dove vengono o come sono arrivati lì. Abbagliati dalla loro bravura, non ne vediamo la sofferenza. Se, invece, decidessimo di andare oltre quella scintillante superficie, scopriremmo che in una piccola baia in Giappone, ogni inverno si compie un vero e proprio massacro, quando gruppi di pescatori approfittano delle rotte migratorie dei delfini per intrappolarne interi banchi da cui selezionare, con l'aiuto di addestratori esperti, gli esemplari più adatti alla vita in cattività. Mentre questi vengono strappati alle loro famiglie e venduti a caro prezzo agli acquari di tutto il mondo, gli altri delfini diventano facili prede per i pescatori perché, una volta aggrediti, non abbandonano i compagni più fragili. La mattanza ha inizio e l'acqua si tinge del rosso del loro sangue innocente. Il rosso che spicca nelle commoventi illustrazioni in bianco e nero di Roger Olmos, realizzate a matita, che in questo libro accompagnano dal racconto di Geert Vons. Ogni anno, i volontari di Sea Shepherd rischiano l'arresto - e a volte anche la vita - per documentare le stragi dei delfini nella baia di Taiji: non possono fare altro, perché la legge giapponese appoggia i pescatori, e ogni tentativo di ostacolarli viene punito come reato. Ecco perché è importante far conoscere questa storia, soprattutto ai bambini: se sapranno quale crudeltà si nasconde dietro agli spettacoli dei delfini non vorranno più assistervi, contribuendo così alla chiusura degli acquari e minando il commercio di questi animali.