Enola Gaynor. È lei la protagonista della scena che apre la narrazione del nuovo e atteso libro di Joachim Tilloca. Disinibita, irriverente, sfrontata è un'artista di successo che si prepara a una ennesima esposizione dei suoi lavori in galleria. Attesa per le firme delle stampe però scompare improvvisamente. L'intrigo riunisce un gruppo di amici di infanzia alla ricerca della donna. In un viaggio metropolitano che mostra mondi oscuri e misteri apparentemente irrisolvibili ritroveremo Enola, reclusa e in fin di vita. Chi l'ha rapita? La lenta ripresa, dopo il salvataggio in extremis la vede attaccata al respiratore in un letto d'ospedale. Tra memorie del passato, collezionisti di farfalle e un persistente profumo di vaniglia, un altro intricatissimo caso per Jack Plant, squinternato protagonista del quale abbiamo già fatto la conoscenza in "Lime". Una narrazione vorticosa e funambolica, densa di rimandi al cinema e alla letteratura - Almodovar, Wenders e Omero su tutti -, venata da una verve e uno humour che incollano il lettore alla pagina, fino all'atteso happy end.