Quando nel 1978 Will Eisner pubblicò "Contratto con Dio", il pubblico del fumetto era abituato a supereroi in calzamaglia, a poliziotti raddrizzatorti e a storie di mostri e dischi volanti. Gli unici scorci di vita reale offerti dai comics americani (e non solo) erano quelli delle strisce umoristiche: innocui scontri quotidiani tra moglie e marito e poco più. Nei quattro racconti contenuti in questo libro, invece, i lettori si trovarono per la prima volta davanti a un paesaggio umano crudo e pulsante, disperato e pieno di vita. Come nell'assurda vicenda di Frimme Hersh, un ebreo molto devoto che rinuncia a Dio dopo un'intollerabile ingiustizia, o in quella di un cantante di strada che ci accompagna nella propria discesa agli inferi. Eisner crea legami viscerali, fissandoli con ineguagliata maestria in tavole ricche, piovose e di travolgente impatto.