Medz Yeghern, il Grande Male, è l'espressione con la quale gli armeni nel mondo designano l'epoca delle deportazioni e dei massacri subiti tra il 1915 e il 1916 da parte del governo e dell'esercito dell'Impero Ottomano. In questo libro l'autore li ricostruisce e li racconta con coraggio a partire da tre differenti spunti storici: la figura di Armin Theophil Wegner, il soldato tedesco che contravvenendo agli ordini ricevuti ha testimoniato con i suoi reportage fotografici le sevizie subite dal popolo armeno; l'eroico tentativo di resistenza di una piccola comunità armena, passato alla storia come i "quaranta giorni del Mussa Dagh"; infine, il processo al sopravvissuto armeno Soghomon Tehlirian, che nel 1921, a Berlino, ha ucciso per vendetta il Ministro dell'Interno dell'Impero Ottomano Mehemet Talk pascià, considerato tra i più spietati organizzatori e principali responsabili del genocidio armeno. «La sera, dopo cena, ascolti le storie dei sopravvissuti. Da grande, leggi i loro ricordi, quello che hanno scritto, o raccontato, raccogliendo con dolorosa fatica le terribili memorie delle loro esperienze, i brandelli della loro vita tranquilla nel Paese Perduto, la nostalgia che per sempre li divora. Poi vuoi sapere di più, vuoi capire. Ti tuffi nei libri di scuola, e non c'è niente. Un silenzio minaccioso si stende sulla storia del primo terribile genocidio del Novecento: e chi vuol parlare, chi s'incuriosisce e s'informa, viene persuaso a guardare dall'altra parte.» (dalla prefazione di Antonia Arslan).