Giovanni Falcone nasce a Palermo il 20 maggio 1939. Giudice, magistrato, simbolo nazionale della lotta contro la mafia, è stato - con Paolo Borsellino - il rappresentante di punta del pool antimafia che negli anni Ottanta ha rivoluzionato il modo di condurre le indagini sulla criminalità organizzata. Al suo impegno si devono la collaborazione del boss Tommaso Buscetta e lo storico Maxiprocesso a Cosa Nostra, che si è concluso con più di 300 condanne. Dopo aver subito minacce e delegittimazioni pubbliche, Giovanni Falcone è stato assassinato il 23 maggio 1992 assieme alla moglie e agli agenti della scorta nella cosiddetta Strage di Capaci, lungo l'autostrada A29, nei pressi di Palermo. Sarà il giudice Borsellino, agli occhi dell'opinione pubblica italiana, a raccoglierne il testimone. Il 23 maggio 1992, all'Ospedale Civico di Palermo, Paolo Borsellino abbraccia per l'ultima volta Giovanni Falcone prima che muoia. Agli occhi dell'opinione pubblica Borsellino diventa l'erede naturale del giudice Falcone. Per Cosa Nostra il prossimo nemico da abbattere. Il 19 luglio 1992 Borsellino muore nella strage di via D'Amelio assieme agli agenti della scorta. L'agenda rossa sulla quale appuntava ogni dettaglio scoperto dopo la morte di Falcone - tra cui probabilmente le rivelazioni del pentito Gaspare Mutolo sulle infiltrazioni mafiose negli apparati dello Stato - sparisce dal luogo dell'attentato e non viene più ritrovata. Cosa c'era scritto nell'agenda di Borsellino? Perché qualcuno ha voluto cancellarne ogni traccia? Con le prefazioni di Maria Falcone e Rita Borsellino.