Volendone dare una descrizione spicciola, L'EP, o extended play, è un formato discografico che potremmo definire come "una via di mezzo tra un singolo e un LP": con più tracce rispetto alle due o tre di un 45 giri, ma di meno rispetto a quelle di un 33. Ai giorni nostri è uno standard ormai quasi del tutto desueto, almeno per quanto riguarda le grandi produzioni rock o metal, ma per tantissimi anni è stato invece il viatico grazie a cui tantissimi gruppi si sono presentati sul mercato discografico, offrendo un pugno di canzoni in cui mostrarsi al meglio. Dati i bassi costi di produzione, gli EP venivano venduti a un prezzo contenuto agli acquirenti finali, che erano così più propensi a sperimentare l'ascolto di band sconosciute o emergenti. Nella sola scena metal, dal 1980 fino alla metà degli anni Novanta sono state pubblicate decine di EP fenomenali, in cui la musica che emerge dai solchi del vinile ha un valore da tramandare ai posteri; che fossero incisi da debuttanti o da musicisti navigati, gli EP di quell'epoca riversavano sull'ascoltatore composizioni immortali, a volte superiori a quelle poi presenti sugli album.