Questo piccolo saggio vuol essere un tributo alla magia del pianoforte. Grazie alla sua fantastica capacità di dispensare emozioni a tutti coloro che l'ascoltano, ma in particolar modo a coloro che lo suonano, diventa spesso nell'esistenza di questi ultimi, un fulcro centrale su cui tutto gira e tutto passa. Lui, il pianoforte, mantiene il proprio fascino inalterabile nel tempo: amico, nemico, complice o temibile avversario, ma sempre vicino a colui con cui crea rapporti morbosi e conflittuali. Un suono così suadente, spesso fa librare la mente, facendola scivolare leggera al di sopra delle umane mediocrità. Ma c'è sempre un messaggio che si evince dal massacrante e tortuoso percorso di studi oltre che dal difficile ed incessante perfezionamento che questo strumento richiede: l'umiltà, qualità necessaria tanto nel pianista quanto in ogni uomo per non ergersi mai a giudice intransigente e per comprendere fino in fondo il segreto della vita stessa.