Maria Callas e Tullio Serafin si incontrarono a Verona nell'estate 1947, lei era arrivata in Italia con una scrittura per "La Gioconda" di Ponchielli in Arena ed egli aveva alle spalle cinquant'anni di trionfi dal respiro internazionale. Il prestigio del maestro di Cavarzere si era consolidato al Teatro Alla Scala, al Metropolitan di New York e all'Opera di Roma, teatri che aveva guidato per diverse stagioni, ricordate per la cura dei dettagli e le prime esecuzioni dalla portata storica. Aveva diretto la prima assoluta in Arena, l'"Aida" del '13, e si apprestava ad essere nuovamente sul podio veronese per il debutto italiano di quella che il mondo intero avrebbe di lì a breve acclamato come "la Callas". Iniziava così la collaborazione tra una giovane interprete dalle molteplici potenzialità e un direttore d'esperienza che incentrava il suo agire sulla valorizzazione delle voci: un binomio che avrebbe regalato al mondo qualcosa di meravigliosamente unico. Quella tra Tullio Serafin e Maria Callas è stata una simbiosi artistica senza precedenti, una pagina di storia che appassiona, fa nascere emozioni e invita a sognare in grande, ad ogni età e in qualsiasi epoca.