"I'm Only Sleeping", "Sto solo dormendo", qual è il problema? John Lennon è sempre stato appassionato del dormire, di sogni, di letti e divani, dell'immaginazione e della letteratura fantastica, di tutto ciò che dà fastidio a chi pensa che oziare sia solo perdere tempo. Quello lennoniano - che va ad aggiungersi a una gloriosa tradizione di oziosi che vede in prima linea pensatori e scrittori britannici quali Stevenson, Keats, Wilde, Jerome, Russell - è un vero e proprio inno alla pigrizia, una forma di resistenza nei confronti di una società che ci vorrebbe proni ai suoi dogmi: fare, lavorare, produrre, guadagnare per guadagnare, ottimizzare e soprattutto obbedire e non farsi domande. La voce di John, attraverso tutto l'arco della sua breve parabola, ci racconta della possibilità di pensare e vivere diversamente, con la propria testa, facendosi così coscienza critica di un'epoca, gli "spensierati" anni Sessanta, culmine del boom economico, a scapito però di tutto ciò che non è occidentale o occidentalizzato e del benessere mentale di molti, ormai plasmati dal sistema. Si fa essa stessa filosofia, se con questo termine intendiamo il pensiero critico sul mondo. Da parte sua, Lennon si smarcherà sempre più dalla macchina discografica che lo vede solo come gallina dalle uova d'oro, iniziando, insieme ai Beatles, a sperimentare nuovi percorsi musicali e artistici, propulsori ed espressione di una nuova visione del mondo che mette al centro pace, amore e soprattutto libertà. La pigrizia di Lennon, infatti, non è altro che rivendicazione della libertà di essere quello che si vuole, ovvero quello che si è, e poterlo esprimere attraverso i mezzi a noi più congeniali.