Questo è un libro sulla musica e sulla sua organizzazione sociale, perché la musica è un fatto sociale e come tale chiede di essere affrontata. Certo, la musica è anche oggetto, campo e spesso feticcio di quanti della sua conoscenza e del suo apprezzamento fanno una professione: critici musicali, storici della musica, musicologi, musicisti, giornalisti musicali, ecc. Non dobbiamo dimenticare che in ballo ci sono licenze e mandati professionali, quindi risorse e posizioni, e che la musica è un campo non solo di studi e di giudizio estetico ma anche di confronti e scontri, di lotte e conflitti, di alleanze e compromessi, la cui posta in gioco è la definizione del concetto stesso di musica, dei suoi valori e dei suoi significati. È questa la premessa da cui muovono i capitoli che compongono il presente volume, in cui gli strumenti della sociologia e della storia sociale e culturale vengono mobilitati per parlare della Scala, di Toscanini, di opera, di jazz, di festival, di Sanremo, di Paolo Conte e Luigi Tenco, di canzone d'autore e in generale delle gerarchie di legittimità musicale che il nostro Paese, l'Italia, non solo esibisce come molti altri Paesi, ma rappresenta in modo emblematico proprio in virtù del suo posto nella storia globale - rectius occidentale - della musica.