Eccentrico, visionario, egocentrico, Jim Morrison ha rappresentato la classica figura del frontman delle rock band anni '60, capace di stupire prima ancora che per la voce, per i suoi atteggiamenti irriverenti nei confronti del suo pubblico e del mondo intero. Con i Doors ha costituito un fenomeno di straordinaria vitalità intellettuale che univa spesso musica e poesia in un periodo storico in cui questo connubio era stato sperimentato solo dai poeti della beat generation, che accompagnavano i loro reading con il pulsante be-bop. Morrison visse i suoi anni con i Doors in modo frenetico, quasi consapevole che la vita gli stesse fuggendo di mano: alcol, droga e sesso furono il suo cibo costante che alternava solo alla musica. Il suo viaggio "oltre la percezione" presto non avrebbe avuto ritorno. La sua vita si sarebbe paradossalmente fermata nel momento in cui avrebbe deciso di lasciare la musica per la poesia. Successe a Parigi in modo plateale e ambiguo, proprio come era stata la sua vita sul palcoscenico. Una morte mai chiarita, di cui ancora oggi si vagheggiano ipotesi e strane storie di macabro intrigo. La sua figura di mito maledetto che ha riassunto in sé aspettative, contraddizioni e disillusioni di un'epoca mai finita non ha mai smesso di essere oggetto di culto per intere generazioni.