Centinaia di milioni di persone in tutto il mondo fruiscono di prodotti musicali diffusi da servizi attorno ai quali si è sviluppato un sistema di produzione, distribuzione e consumo controverso e scarsamente compreso. Secondo alcuni, i nuovi ambienti della comunicazione starebbero contribuendo a rendere la realtà culturale più aperta e diversificata, dischiudendo un orizzonte di libero esercizio dell'intelligenza collettiva nel segno della cultura partecipativa; secondo altri, invece, staremmo andando incontro a una deriva regressiva, sempre più asserviti ai conformismi della cultura commerciale. Attraverso un'indagine critica della dimensione simbolica, politica, economica, spaziale, interazionale e ideologica del corrente ecosistema dei media - corredata dalla presentazione di alcuni studi empirici volti a esplorare le percezioni di discografici, manager musicali, addetti al marketing, songwriter, produttori professionisti e ascoltatori -, questo libro propone risposte scientificamente valide a una domanda sin qui relegata al campo del senso comune: il capitalismo digitale è davvero alleato della cultura?