Nell'opulento capitolo del pianismo romantico, La Fantasia in Do maggiore op. 17 di Robert Schumann svetta come lavoro di rango e insieme oggetto sfuggente e poliedrico, capace di gettare iridescenti bagliori sul ricchissimo e travagliato mondo interiore del suo autore. Composta fra giugno e dicembre 1836 fu ripresa nei mesi successivi fino a vedere la luce nell'edizione Breitkopf & Härtel nella primavera del 1839. Questo libro ne ricostruisce la genesi, attraverso diverse fonti documentarie, testimonianze e scambi epistolari; ne ripercorre le diverse intitolazioni, rintracciandone i legami con gli orizzonti culturali e letterari dell'autore, con i suoi orientamenti stilistici e l'incessante sperimentalismo formale, ricostruendo così una fitta rete di significazioni possibili. Segue una disamina delle allusioni e citazioni - consapevoli o meno - ad opere di Beethoven e Schubert, gli autori che più hanno pesato nell'eredità musicale schumanniana.