Leggenda per almeno una generazione, Yolanda Cristina Gigliotti, in arte Dalida, dall'Egitto conquistò la Francia e il mondo. Artista bella e talentuosa, di un perfezionismo al limite dell'assurdo, è stata una donna sensibile e fragile, che ha in continuazione ricostruito il puzzle della sua vita, alla ricerca della felicità. Rompendo gli schemi, Yolanda, di origine calabrese, emigra giovanissima a Parigi, e sfonda con Bambino, diventando Dalida. Molti i suoi compagni, cocenti le delusioni, e l'ombra del suicidio sempre in agguato. Il grande amore distruttivo e travolgente, che segnò la sua vita, fu quello con Luigi Tenco. Guardando la discografia, spaventa la mole di lavoro per una donna talmente immersa in un mondo falsamente dorato da non avere tempo e pazienza per crearsi una famiglia, perché tutto ruota intorno allo stesso centro: la carriera. Proviamo commozione per una cantante che ha toccato l'anima, tessendo una rete di emozioni e sentimenti veri e dandosi in pasto al suo pubblico, senza risparmio. Dalida incarna la difficoltà di conciliare l'apparire e l'essere, ma rappresenta un modello femminile fatto di caparbietà e determinazione, studio e ricerca, nonostante i demoni che accompagnarono la sua esistenza, in bilico tra tragedia e glamour. Dalida muore nella notte tra il 2 ed il 3 maggio 1987 per un cocktail di barbiturici e whisky, a 54 anni. Secondo il fratello Bruno, Yolanda si è suicidata per uccidere Dalida: "Il conflitto tra la donna e l'artista era ormai insaziabile. Dalida aveva tutto, il successo, la ricchezza. Yolanda invece era rimasta sola, senza un uomo e senza figli".