Come dovrebbe essere fatta una lingua, per poter parlare in modo essenziale della musica? E come dovrebbe essere fatta la musica, per poter essere tradotta in modo sensato nel dominio del linguaggio? E come è possibile tradurre la musica? Al centro di questo volume sta il tentativo di pensare il nesso che stringe i concetti di musica, linguaggio, traduzione e cultura. Come luogo paradigmatico per misurare la tenuta di questo nesso viene analizzato un caso esemplare, la fondazione, a opera di Daniel Barenboim e di Edward Said, della West-Eastern Divan Orchestra, la formazione musicale in cui giovani strumentisti israeliani e palestinesi, nell'attento ascolto reciproco, suonano insieme. Il nome dell'orchestra è tratto dalla famosa raccolta lirica di Goethe, il Divano Occidentale-Orientale, nella quale l'antico e il moderno, l'oriente e l'occidente dialogano nel modo più armonico. La musica è dunque speranza e promessa di pace.