Sono quattro i secoli di vita del melodramma, ma l'Ottocento è il più documentato, popolare, corrente e ricorrente nella memoria collettiva. È il secolo che tambureggia su Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi e Puccini, dalla buffa Cambiale di matrimonio del primo alla crudele Turandot del quinto e sui titoli più o meno noti degli altri. Questo saggio prende le mosse dai cinque grandi e passa in rassegna altri autori e altre opere - lo sfortunato Manfroce e l'onoratissimo Boito, i simpatici fratelli Ricci e il dimenticatissimo Samaras, Il barone di Dolsheim di Pacini, I goti di Gobatti, L'arlesiana di Cilea - senza trascurare la storia del Paese, della letteratura, dell'arte e della cultura. Non mancano poi i teatri, i cantanti, i direttori, i registi, i musicologi che hanno fatto e tuttora fanno grande la lirica italiana. Dunque la Scala, la Callas, Karajan, Strehler e D'Amico fanno la loro comparsa accanto a Figaro, Norma, Lucia, Macbeth, Mefistofele e Manon. E un posto tutto suo tocca al Rossini Opera Festival, che riguarda un grande nome non sempre ben compreso e la vivissima attualità degli ultimi decenni. E infine i pensatori, i librettisti, gli scenografi, le cosiddette fonti (Schiller, Shakespeare, Hugo), le forme delle arie, delle sinfonie, dei cori, dei concertati. Ultima, ma non ultima la discografia, con il suo sfarzoso parterre di classici che regnano sovrani nei loro capitoli. Un saggio completo, godibile, ricco di informazioni sul melodramma romantico italiano, che è stato, e sarà, una componente fondamentale della civiltà e della sensibilità umana.