Bob Dylan. Non è nemmeno più un nome e cognome. È uno spettro, l'evidente incarnazione di qualcosa che non c'è più, che non c'è ancora. Si ama per resa, invidia, ammirazione. Si adora perché non saremo mai come lui, non riusciremo mai a lasciarci tutto alle spalle, non saremo mai così avanti rispetto ai nostri tempi. Forse è impossibile ascoltare Dylan per la prima volta, perché si aspetta di ascoltarlo per la prima volta tutta la vita. Si aspetta pazientemente, attraverso innumerevoli ascolti casuali o attenti, di sorprendersi in un bar con una canzone mandata per caso alla radio e alzare la testa dal bicchiere o dal giornale, stupiti per l'ennesima volta che è anche la prima.