Chi conosce l'opera di Luigi Magnani (1906-1984), saprà che non esiste nessun volume da titolo "Van B." Un nuovo saggio, postumo di 30 anni, è del resto da escludere, su quel "Van B.", il quale altri non può essere che Ludwig van Beethoven, a cui l'autore ha già dedicato buona parte delle sue pubblicazioni (una decina in tutto). E dunque? Escludendo i "Quaderni di conversazione" e "Il nipote di Beethoven", che in verità è un romanzo, si è scelto di raccogliere in un unico volume due testi apparsi in Italia per i tipi Einaudi a 8 anni di distanza: Goethe, Beethoven e il demonico (1976) e Beethoven lettore di Omero (1984). Si tratta, in entrambi i casi, di esempi di prosa raffinata, che fonde il rigore del musicologo con la cordialità dell'umanista. In tali opere Magnani porta in evidenza un profilo di Beethoven che non è puramente quello del compositore ma piuttosto quello del lettore accanito dei classici, tra cui Omero e Goethe, che in molti casi stanno alla base delle sue intuizioni interiori poi realizzate in musica. Prefazione di Alessandro Zignani.