"La fisica del rock" mette in relazione musica, letteratura lovecraftiana e scienza, attestando ai massimi livelli come il rapporto tra arti più elevate e fisica sia addirittura fondamentale per comprendere il mondo reale. L'importanza della musica rispetto alla nostra esistenza è infatti molto più intima e totale di quanto molti pensino. Arrivando a interessare persino la struttura stessa della realtà. Per puntualizzarlo, incontreremo sulla nostra strada nomi di scienziati, scrittori e musicisti poco ricordati e altri che sono ormai leggenda. Da Pitagora, Einstein e Lovecraft arriveremo così a Nightwish ed Epica, sfruttando wormhole mentali e connessioni a volte insospettabili. A fornirci spunti di ulteriore interesse sarà poi un nome davvero conosciuto da tutti, che ha dato un contributo importante alla questione: Brian May. Toccheremo poi mondi musicali extra metal, con un particolare sguardo a quello del jazz e a un suo esponente di altissimo rango come John Coltrane, e tanti altri ambiti, aiutati da ospiti di prestigio. Senza seguire sempre una linea retta, ma utilizzando salti temporali narrativi che ci faranno muovere con estrema libertà attraverso epoche, scoperte, album, argomenti, libri e personaggi. Come novelli Dottor Who a bordo di un Tardis mentale. La realtà, vedremo, a livello dei suoi costituenti elementari sembra essere qualcosa di estremamente diverso da ciò che siamo abituati a considerare come tale. E la musica, l'espressione artistica più immateriale, spirituale e quasi completamente slegata dai cinque sensi per la sua fruizione, oltre a essere qualcosa di indissolubilmente connesso con la matematica - quindi con la scienza - ne è parte integrante. Con un intervento di Marx Jansen; prefazione di Fausto Vitaliano; postfazione di Cesare Buttabuoni.