La "Rapsodia fantastica: Uroboro" è una composizione con struttura episodica che si rifà a diverse forme musicali extra-pianistiche. Il brano in questione è stato concepito di getto ed in una sola giornata, ma a dispetto di questo racchiude significati molto profondi, frutto di anni di riflessioni filosofiche sulla vita e sullo scorrere del tempo. In particolar modo ho voluto esprimere attraverso questa composizione un concetto che ritengo molto valido ed interessante da trasporre in musica: l'Uroboro. Esso, spesso raffigurato da un serpente che si morde la coda, è il simbolo esoterico della ciclicità del tempo, argomento su cui l'uomo si è sempre interrogato. Un chiaro riferimento a questo concetto è il "serpente" di cui scrive Nietzsche in "Così parlò Zarathustra"; il grande autore tedesco approfondisce molto questa teoria filosofica, che si ritrova genericamente nelle concezioni del tempo, come quella stoica, per cui l'universo nasce e muore in base a cicli temporali fissati e necessari, ripetendo eternamente un certo corso e rimanendo sempre se stesso.