Captain Beefheart, al secolo Don Van Vliet, è uno degli artisti più importanti e mitizzati dell'intera storia del rock. Partito da solide basi blues e armato di una voce potente degna di Howlin' Wolf, negli anni Sessanta registrò, con diverse incarnazioni della sua Magic Band, alcune delle opere più decisive per l'evoluzione del blues-rock, approdando nel 1969, anche grazie al supporto dell'amico Frank Zappa, alla prodigiosa epopea di "trout mask replica". Il disco, considerato da molti critici, primo fra tutti il leggendario Lester Bangs, come il più importante mai partorito nell'ambito della musica rock, è un'opera in cui il blues del Delta, il free jazz, il dadaismo, il surrealismo, la poesia beat e l'immaginario americano si fondono in una sintesi ancora oggi incredibilmente aliena. Ma il percorso di Captain Beefheart non si fermò certo a quella straordinaria pietra miliare. Anche dopo il suo ritiro dalle scene, avvenuto nel 1982 per dedicarsi a tempo pieno alla pittura, egli continuò, infatti, ad affascinare intere generazioni di musicisti, che ancora oggi venerano la sua musica come un esempio di creatività senza limiti, lontana dalle costrizioni del music-business. Oltre a seguire da vicino tutta la vicenda biografica e ad analizzare criticamente ogni disco di Captain Beefheart (con un occhio di riguardo per i testi delle sue canzoni), questo libro dedica spazio anche alla sua pittura, influenzata dagli spazi dilatati del deserto del Mojave (dove egli visse a lungo) e dalle forme dell'espressionismo astratto di Franz Kline, Jackson Pollock e Willem de Kooning.