Il percorso tragico della vita di quattro donne d'alto lignaggio, con straordinarie qualità canore e musicali, offre lo spunto all'autore per un'adeguata quanto amara riflessione sul Potere e sulla condizione della donna nel tardo '500, sugli effetti umani dell'incipiente economia monetaria, sul progressivo degrado della società di corte, indegna evoluzione della linfa vitale del primo, splendido Rinascimento. Donne belle e raffinate, le Nostre, accolte, per queste ragioni, e con buon trattamento, alla corte di Ferrara; donne, pertanto, tra le prime ad essere provviste di reddito personale e di consistenti doti, e, perciò stesso, accasate prontamente (dai duchi) nelle primarie famiglie della città estense. Donne celebrate da poeti, musici e filosofi - dal Tasso al Patrizi, passando per G. de' Bardi e L. Luzzaschi -, la cui reputazione supera le Alpi e arriva persino in Giappone. Percorso infelice, ricostruito - non senza indignato trasporto - su documenti originali degli Archivi del Vaticano, di Modena e di Ferrara.