L'autrice si è impegnata in questo saggio a far emergere i più svariati aspetti del binomio vino-libretti d'opera, dai brindisi più famosi ("Libiam ne' lieti calici") a quelli meno conosciuti e più originali, come il pio brindisi ai defunti in Amleto di "Faccio" o il brindisi alla mannaia in Maria Tudor di Gomes. Non mancano gli "evviva" a Bacco, dio del vino e gli elogi a questa bevanda per le sue proprietà. Scriveva Giacomo Leopardi nel 1820 "Il vino è il più certo e, senza paragone, il più efficace consolatore. Ma il vino è anche strumento di seduzione..." Nell'ultimo capitolo, più breve, troviamo la lista dei vini, che hanno ispirato i librettisti. Le opere proposte sono un centinaio: "L'Ulisse errante" del 1644 è la più lontana, mentre quella più vicina a noi è "Il gatto con gli stivali" del 2017.