Le più di seicento lettere scritte da Bruckner nel corso della sua lunga esistenza, alle quali si aggiungono, nella presente silloge, alcune importanti lettere tratte dal carteggio fra gli allievi della cerchia più intima del maestro (soprattutto i fratelli Josef e Franz Schalk), offrono ai lettori un ritratto puntuale ed affidabile del carattere del compositore. Se le lettere illustrano le lotte di Bruckner all'interno del milieu culturale viennese, esse aprono non di meno uno spiraglio su alcuni recessi della sua personalità. La crisi esistenziale del 1867, precedente il sofferto trasferimento a Vienna, le sue frustrazioni per l'ostilità della critica militante (Eduard Hanslick), ma anche la sua incrollabile determinazione nell'ottenere l'ambito riconoscimento della sua musica e della sua dottrina teorico-musicale presso l'Università di Vienna, trovano immediata espressione nel corpus delle lettere qui presentate, per la prima volta, al pubblico italiano. Lo spettro linguistico, la gamma dei registri da Bruckner impiegati è assai ampia, spaziando dall'estremo formalismo burocratico delle lettere indirizzate ai membri della famiglia imperiale al sermo umilis delle missive, sincere e toccanti nella loro dolente umanità, inviate, durante la crisi del 1867, all'amico Rudolf Weinwurm.