Tin Pan Alley: una strada, un nome scherzosamente ironico, una tradizione. Là, in quella via piena di casino, fra gli studi fumosi degli editori di musica e gli stretti cubicoli dove attorno ai pianoforti male accordati si assiepavano canzonettiste e impresari teatrali, "fini dicitori" e "parolieri", tra il 1915 e il 1930 si verifica un evento memorabile negli annali della storia della musica. A opera di pochi artisti ispirati, il Jazz, figlio derelitto degli Spirituals e delle antiche melopee africane, germogliato fra il ritmico battere di remi sul Mississippi e l'ossessionante calore dei campi di cotone, viene innalzato quasi di colpo agli onori delle sale da concerto. Gershwin fu artefice e attore di questo mutamento di gusti e di opinioni. Nato nel 1898, da famiglia povera, in uno dei quartieri più miseri di New York, cresciuto sui marciapiedi della Grande Mela, allevato nella parsimonia, percorse una parabola da meteora: con bruciante rapidità divenne famoso e conobbe una favolosa ricchezza. Ewen ci racconta la vita di Gershwin, dai primi timidi approcci con il pianoforte all'apoteosi di Porgy and Bess. Chiunque abbia ascoltato almeno una volta le struggenti melodie del Concerto in Fa, di Un Americano a Parigi, della Rapsodia in blu, non potrà fare a meno di seguire con passione la vertiginosa avventura di un musicista eccezionale, mai dimenticato e osannato da film e serie, spentosi improvvisamente a soli trentotto anni.