Ci sono uomini dotati di un occhio speciale, capace di arrivare dritto al centro della vita. E di vite parlano, per sbeffeggiarle, riscattarle, consolarle, a volte per cambiarle. Cantante per scelta, fingitore per professione, Fabrizio De André, con la sua penna facile e funambolica, con la sua voce da sciamano, era uno di questi. A guidarlo un istinto sicuro da esploratore anomalo, quasi "stanziale", che lo ha portato nel tempo a costeggiare gli chansonniers francesi, a evocare ballate dimenticate, a cantare l'umanità senza volto dei personaggi incontrati e immaginati nel suo viaggio "in direzione ostinata e contraria": Bocca di Rosa, Prinçesa, Coda di Lupo, Jamin-a. Ne ripercorriamo le tappe attraverso questo studio di Doriano Fasoli, pensato e scritto in collaborazione con Fabrizio, corredato da tutti i testi e da una discografia completa curata da Luciano Ceri. Ad arricchirlo, le testimonianza di chi da Dori Ghezzi a Paolo Villaggio, da Fernanda Pivano a Mauro Pagani e Francesco De Gregori, per molto o per poco tempo, ha avuto il privilegio di camminargli a fianco.