La storia del buongiorno come forma di "saluto cantato di buon augurio" inizia probabilmente con i canti e le ritualità legate al ritorno ciclico della buona stagione ed al risveglio della natura. Già Domenico Priori suggerisce una lettura in questo senso, ricordando come l'augurio portato in questa occasione trascenda il momento particolare "per estendersi a tutto l'anno nuovo e ai cento e centomila successivi". Buon gioco si potrebbe allora dire per la religione trasfondere all'interno di questa tradizione tutto il bagaglio delle proprie simbologie, e così facendo arricchirne anche le sostanze. Poi a metà del 1800 si aggiunse la banda organizzando i suoni secondo la nuova sensibilità tonale, e fornendo un altro contributo al mantenimento di una tradizione che altrimenti sarebbe sopravvissuta in modo incerto. Ed oggi abbiamo i documenti che l'etnomusicologo Domenico Di Virgilio ha raccolto sul campo e presenta in questo volume, il secondo della collana SDAE (Studi e Documenti di Antropologia e di Etnomusicologia). Ciò che ascoltiamo è in un certo qual modo la conferma di un diffuso sentire nel mondo apparentemente periferico dei piccoli centri, dove continua a vivere una cultura orale che, attraverso la sua consapevolezza, riesce spesso a mediare col mondo globale meglio di quanto si pensi. Al libro si accompagna un DVD con le testimonianze visive e sonore per una lettura sincronica di ciò che invece nella realtà si svolge in località diverse.