Gianni Schicchi della famiglia de' Cavalcanti fu un cavaliere vissuto nel secolo XIII, collocato da Dante Alighieri nella bolgia dei falsari dell'inferno e indicato nel canto XXX da Griffolino d'Arezzo nell'atto di azzannare il concittadino Capocchio. Tra realtà e finzione, Dante ha riservato allo Schicchi pochi versi, dai quali è scaturita la leggenda secondo cui Gianni, tra le sue molte "operazioni" e su richiesta di Simone Donati, può aver assunto una volta le sembianze del morente Buoso Donati, redigendo un falso testamento.