Da subito sembra un libro-intervista, poi il colloquio fra due compositori assume via via le fattezze di un diario in forma di dialogo, il cui obiettivo è raccontare la vita e i ricordi del Maestro Enrico Correggia, che ha dato lustro a Torino come fondatore della Corale Universitaria Torinese, di Antidogma Musica, dell'ICONS (International Centre of New Musical Sources), della Camerata Strumentale Alfredo Casella e come attivissimo organizzatore musicale e docente di composizione al Conservatorio di Torino per ben ventitré anni; ha firmato opere per il teatro musicale, composizioni da camera e sinfoniche eseguite in tutta Europa, soprattutto in Francia. A far rivivere ricordi e emozioni di un percorso di vita in musica tanto significativo e intenso - iniziato con gli anni di formazione a Salisburgo, come pianista e direttore d'orchestra, nientemeno che sotto la guida di Carlo Zecchi, Erich Leinsdorf, Lovro von Matacic e Herbert von Karajan - non è un musicista di professione o un musicologo, bensì la singolare figura di Raffaele Montanaro, pianista e compositore "neoromantico", come lo si definirebbe oggi.