Giunto alla seconda edizione "Techno. Ritmi afrofuturisti" ripercorre il confronto culturale tra Africa e Occidente attraverso le tappe che hanno portato la techno, nata dalle tribù metropolitane, a diffondersi dal Nord America all'Europa, dai ghiacci islandesi fino all'Estremo Oriente e alle isole dell'Oceano Indiano, tra le masserie del Sud Italia e i paesaggi posturbani delle metropoli. Un saggio, un racconto epico della cosmologia della musica "black". La città di Detroit, il movimento filosofico dell'afrofuturismo, la diaspora africano-americana e la "black science-fiction" hanno contribuito a nutrire l'immaginario che ha reso la techno un fenomeno mondiale. All'alba del XXI secolo questo genere musicale si conferma sempre più centrale nel panorama internazionale per la capacità della sua scena di sfuggire a etichette, continuando piuttosto a esplorare nuove possibilità grazie all'ironia a tratti cupa combinata con la vena "dark" e "soul" della tecnologia. L'underground, il mainstream e la "coolness", lo schiavo, l'alieno e il robot, insieme alle nozioni di postumano, "djing", "laptop music", "sampling", "loop" e "remix" sono qui indagati secondo una prospettiva mediologica e sociosemiologica sensibile alle pratiche culturali urbane e ai suoi protagonisti. Prefazione di Michel Maffesoli.