Il termine stesso 'musicoterapia' evoca da sempre un certo fascino. Ma nella realtà dei riscontri clinici, educativi e riabilitativi, essa è ancora ritenuta spesso secondaria, o addirittura superflua, soprattutto da parte degli specialisti, degli insegnanti e dei terapeuti che la vedono come attività residuale o palliativo psicologico. E si può ritenere che questa sia una situazione mortificante per la disciplina e per il musicoterapista, spesso subalterni ai pregiudizi o ausiliari di altre discipline. Questo lavoro tenta di attirare la vostra attenzione sulla forza stessa della musicoterapia, sulla sua autonomia libera dai condizionamenti strettamente clinici e accademici e soprattutto sulle capacità insite nella disciplina perché basate sulle stesse caratteristiche dinamiche della musica. Si offrono al lettore argomentazioni sulla applicabilità dei nuovi suggerimenti nonché proposte innovative e sperimentali suggerite dagli sviluppi della fisica quantistica e delle relative implicazioni epistemologiche che aprono nuovi orizzonti di ricerca, restituendo alla musicoterapia rinnovate prospettive terapeutiche.