In epoche in cui le donne erano abituate a tacere, il melodramma ha dato alle sue interpreti la possibilità di alzare la voce, rompendo quel muro di silenzio secolare a suon di acuti. Il teatro d'opera ha salvato donne di talento da esistenze miserande e ha offerto loro un riscatto culturale, etnico, economico e sociale. Le protagoniste di questo libro sono tutte primedonne del belcanto, dalle vite singolari e talvolta drammatiche, accomunate dalle umili origini e dal coraggio di usare il proprio talento per diventare prima di tutto donne libere. Anna Renzi nel XVII secolo è stata la prima diva donna, imponendosi sui castrati. Vittoria Tesi, nel secolo successivo, è stata il primo contralto di colore della storia, perché nell'opera conta il colore della voce e non quello della pelle. Rosmunda Benedetta Pisaroni, con il viso distrutto dal vaiolo, si esibiva quasi esclusivamente in ruoli da femme fatale. Maria Zamboni, celebre interprete pucciniana, scoprì la sua voce mentre lavorava in filanda, vera testimone di quanto il canto abbia sempre accompagnato il lavoro femminile. Lina Bruna Rasa era invece affetta da squilibrio mentale e trovava solo in palcoscenico il suo baricentro esistenziale; e ancora Bianca Scacciati che, rifiutando un invito del Duce, fu costretta a emigrare in Sud America. Tante vite, tanti racconti di donne straordinarie legate tra loro da un continuum musicale che oltrepassa i secoli, fatto di passione, talento, travolgente femminilità, sacrificio e bisogno di riscatto. Questo libro vuol essere un omaggio al teatro d'opera, ma anche un modo per farlo amare a chi non lo conosce, attraverso le sue primedonne.