Il 21 aprile 2016 Ben Greenman sta mangiando in un fast food, quando riceve una mail da suo fratello, oggetto: «Prince», corpo del messaggio: «Noooo!». In quel momento la musica di Prince, che aveva accompagnato buona parte della sua vita e di cui tanto aveva scritto, gli appare tutta insieme, con tutti i pezzi che risuonano contemporaneamente, l'uno sull'altro, impossibile da tollerare: «una violenza perpetrata su alcune delle cose che avevo più amato». Da quell'istante di intensa e dolorosa presa di coscienza parte il percorso di Purple Life. Un po' omaggio di un appassionato e informatissimo fan, un po' saggio di critica musicale e letteraria, un po' auto-fiction, un po' biografia di un artista unico (al punto da divenire, per un certo periodo della sua carriera, The Artist), "Purple Life" ripercorre l'incredibile carriera di Prince dagli esordi al liceo di Minneapolis al successo mondiale di Purple Rain, dall'apparizione al Super Bowl nel 2007 agli aftershow privati, dalle bizzarrie dei vestiti alle bizzarrie contro internet. Affronta i temi del sesso e della razza, dell'Io e della famiglia, oltre che aiutarci a comprendere il suo bisogno di assoluto, le cause legali e gli amori, il lavoro solitario in studio e il rapporto con i musicisti. Greenman amministra la vastissima opera di Prince con la sensibilità e la sicurezza dell'autorevole osservatore della scena musicale americana e il tocco dello scrittore smaliziato, svelando connessioni nuove e inattese e immergendosi a fondo nella musica di uno dei personaggi più irripetibili della cultura pop.